24 dicembre: una giornata all’insegna dell’arte
È la vigilia di Natale e nell’aria c’è profumo di festa. Pur essendo a chilometri di distanza da casa ho un’immagine chiara di come possa essere l’Italia in questo periodo dell’anno: luci e addobbi che invadono le città, le tipiche canzoni natalizie che suonano in ogni bar o negozio. Qui, ad Amsterdam, tutto è un po’ più sobrio ma non per questo meno spettacolare.
Decidiamo di trascorrere la mattinata del nostro terzo giorno di viaggio visitando il Van Gogh Museum, un enorme ma semplice edificio suddiviso su tre piani dove sono esposte alcune delle opere più rilevanti del pittore olandese e di altri artisti suoi contemporanei. Il museo possiede una delle più grandi collezioni al mondo dedicate a Van Gogh, con oltre 200 dipinti e 550 acquerelli. Essendo ad Amsterdam non potevamo certo perderci l’occasione di visitarlo: non si ha tutti i giorni l’opportunità di vedere un Van Gogh ad un palmo dal naso.
Così, dopo 30 minuti di cammino, raggiungiamo il museo che si trova a pochi passi di distanza dal Rijksmuseum che purtroppo non ho ancora avuto l’occasione di visitare (motivo in più per tornare ad Amsterdam!). Mi colpisce particolarmente l’architettura di questo grande e moderno edificio, realizzato per la prima volta nel 1973 da Gerrit Rietveld. Dopo circa venti minuti di coda riusciamo ad entrare per acquistare i biglietti e l’audioguida.
La nostra visita inizia al primo piano dove sono esposti dipinti della metà dell’Ottocento che mostrano gli stili che influenzarono il pittore olandese e che lo avvicinarono al mondo dell’arte. Il piano intermedio è dedicato interamente a Van Gogh ed è suddiviso in cinque sezioni che ricordano, in ordino cronologico, le principali fasi artistiche del pittore. Tra i primi vi sono i quadri che Van Gogh produsse in Olanda. Osservando queste opere è facile comprendere la graduale evoluzione tecnica del pittore, che passò dall’uso della matita a quello dei colori ad olio. Osservo ogni dipinto con grande ammirazione. Quello che più mi colpisce è “I mangiatori di patate“: trovo che l’uso del chiaroscuro sia fenomenale e che il messaggio trasmesso dal dipinto sia forte e significativo. Con l’aiuto dell’audioguida ho la possibilità di ascoltare alcune delle lettere che il pittore inviava al fratello Théo, al quale era molto legato. In alcune di queste esprimeva le sue preoccupazioni, i timori che lo affliggevano ma anche, e soprattutto, i motivi che lo spingevano a dipingere determinati soggetti e ciò che questi significavano per lui. Proseguendo nella visita noto quanto il legame con il fratello sia stato importante per Vincent. Fu lo stesso Théo a caldeggiarlo a lasciare l’Olanda per raggiungerlo in Francia, a Parigi, dove lui viveva. Qui conobbe numerosi artisti ma ben presto decise di trasferirsi nel sud della Francia ad Arles, nella famosa casa gialla che trasformerà in studio. Qui visse per un po’ di tempo con l’amico Paul Gauguin fino a quando un giorno, in uno scatto d’ira, si tagliò l’orecchio con un rasoio finendo in ospedale. Durante questo periodo prestò molta importanza alla natura in particolare agli alberi in fiore ma anche, e soprattutto, ai girasoli.
L’esposizione prosegue con i dipinti relativi al periodo di ricovero volontario nell’ospedale psichiatrico Saint-Rémy, dove gli venne diagnosticata una “mania acuta con allucinazioni visive e uditive“. In un primo momento Van Gogh non può uscire dalla camera perciò dipinge il mondo che vede dalla sua finestra, attraverso le sbarre: iris, lillà, il giardino con gli alberi ricoperti di edera. Una volta migliorate le sue condizioni di salute è libero di uscire all’aria aperta avendo così l’opportunità di ammirare il panorama circostante. Fu così che dipinse campi di grano, uliveti e cipressi della zona. Questo rappresentò un periodo molto felice della sua vita. Una volta lasciato il manicomio si trasferì a Auvers-sur-Oise, un villaggio nei pressi di Parigi. Théo gli fece visita esprimendo le sue preoccupazioni familiari ed economiche che portarono Vincent ad uno stato di irrequietezza e di paura. Qui dipingerà i suoi ultimi quadri e morirà il 27 luglio 1890 dopo che un colpo d’arma da fuoco lo colpì al petto. Gli ultimi quadri esposti dimostrano le ansie e le paura provate da Vincent in quegli anni. Lo si nota dai colori ma ancor di più dai soggetti rappresentati. La visita termina al terzo piano dove sono esposte opere che ispirarono Van Gogh: stampe giapponesi e dipinti di Monet, Cézanne, Pisarro e Paul Gauguin.
La visita al museo, durata più di due ore e mezzo, ci ha lasciati senza parole: una completa immersione nel mondo di Van Gogh, tra attimi di lucidità e di pura follia. Pur avendo creato uno stile unico e irripetibile, i suoi contemporanei non seppero comprendere il suo genio e il suo estro, condannandolo a morire senza aver mai trovato il successo artistico che tanto sperava. Van Gogh dipingeva con l’anima, esternando i propri stati d’animo, ed è anche questo che lo rendeva un grande artista.
Dopo pranzo decidiamo di incamminarci alla scoperta della città. Da Utrechtstraat ci dirigiamo verso nord in direzione Rembrandtplein, una delle piazze più conosciute di Amsterdam. Al centro vi si trova la statua di Rembrandt, attorno alla quale ne sono disposte altre in rappresentanza della celebre Ronda di notte. La piazza incarna uno dei principali fulcri turistici della capitale olandese per via della presenza di numerosi locali notturni e di bar. L’atmosfera è tranquilla, non si avverte quel caos che normalmente caratterizza le grandi città.
Da qui attraversiamo la strada in direzione Piazza del Dam, imboccando la Reguliersbreestraat. Il viale, oltre a negozi di souvenir, a un supermercato e a catene di fast food, ospita due cinema e un caratteristico negozio di formaggio che espone nelle proprie vetrine chili e chili di forme di formaggio: da far venire l’acquolina in bocca.
Il viale termina a Muntplein, uno dei principali snodi per il trasporto pubblico della città. Al centro è collocata la Muttoren o Torre della zecca, chiamata così perchè ospitò la zecca della città tra il 1672 e il 1673. Alla sua sommità è collocato un grande orologio in stile rinascimentale. Attraversiamo la strada e ci dirigiamo verso Kalverstraat, un lunghissimo viale che ci condurrà a Piazza del Dam. Arrivati ci troviamo di fronte a noi un enorme spazio pubblico circondato da edifici risalenti a differenti epoche storiche. Qui, oltre a Madame Tussauds (il museo delle cere di Amsterdam), si trova il palazzo reale chiamato Koninklijk costruito quando Amsterdam si trovava all’apice del suo splendore mercantile. Tale aspetto è ripreso anche nelle decorazioni dell’edificio: dal segnavento dorato a forma di veliero olandese ad Atlante che regge il mondo. Al centro si colloca il National Monument memoria storica delle vittime della Seconda Guerra Mondiale. A completare la bellezza di questa piazza c’è un gigantesco albero di Natale, illuminato da tantissime luci colorate.
Continuiamo il nostro tour in direzione della stazione centrale, imboccando la Damrak. Qui troviamo, con sorpresa, tanti piccoli stand che vendono street food: qual miglior occasione per gustarci qualche dolcetto durante la nostra passeggiata?! Decidiamo di provare gli stroopwafels dei piccoli dolcetti formati da due cialde croccanti che nascondono uno strato di caramello: una vera delizia per il nostro palato!
Comincia a far buio così decidiamo di tornare al nostro appartamento per preparare la cena con la promessa di uscire la sera per vederci gli stessi scorci della città con un’altra atmosfera.
25 dicembre: buon Natale!
Siete mai stati ad Amsterdam a Natale con un bel sole e temperature quasi primaverili?! Normalmente il tempo in Olanda è variabile e soprattutto freddo in quel periodo dell’anno ma per fortuna noi abbiamo avuto l’occasione di passare un’ottima giornata all’aria aperta. Dopo il pranzo in appartamento usciamo per fare una passeggiata tra i canali. Visto il bellissimo tempo le strade sono piene di persone e la maggior parte di loro si muove in bicicletta. Per gli olandesi non è soltanto un mezzo di trasporto ma uno stile di vita tanto che Amsterdam è la capitale mondiale del trasporto a due ruote.
Una volta arrivati alla Torre della Zecca voltiamo a sinistra e attraversato il ponte sul fiume Singel troviamo il Bloemenmarkt noto anche come il Mercato dei fiori galleggiante. Un insieme di chiatte ospitano numerosi negozi di fiorai che vendono le più svariate tipologie di fiori, di piante e di bulbi: una vera esplosione di colori. Dopo un’immersione tra migliaia di fragranze decidiamo di tornare in appartamento, sta già calando il sole e l’aria si è fatta più fresca.
Il nostro viaggio ad Amsterdam si concluse nel migliore dei modi. Ho apprezzato tanto questa città che sembra essere anni luce più moderna e avanzata rispetto a quelle che siamo soliti frequentare nel nostro paese. Oltre ad essere persone molto ospitali e accoglienti, gli olandesi sono attenti alla sostenibilità ambientale preferendo una mobilità slow e green. Ci sono ancora tantissime cose che dovrei visitare nella verde Amsterdam e per questo non vedo l’ora di ritornarci!