A piedi sulla vetta del Sasso Simone

La stagione autunnale trasforma l’Appennino marchigiano – romagnolo in una splendida tavolozza di colori. Gli occhi si riempiono di incredibile bellezza: impossibile non rimanerne incantati.
Lì, in mezzo a boschi di faggi, aceri e noccioli, regnano il silenzio e la tranquillità.

Siamo tra le province di Pesaro-Urbino e di Rimini, ai confini con l’omonima Riserva Naturale del comune di Sestino, dentro il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello.
Oggi vi proponiamo un’escursione alla scoperta del Sasso Simone, un enorme blocco di roccia calcarea che domina il Montefeltro.

Per raggiungere il Sasso Simone partiamo dal Passo Cantoniera a quota 1007 metri. A ridosso del cartello, che segnala il passo, parcheggiamo l’auto e iniziamo la nostra escursione.
Imbocchiamo il sentiero n. 118 e dopo un centinaio di metri, sorpassato il Carpegna Park, ci inoltriamo all’interno del bosco. L’atmosfera che si respira è veramente magica. Gli alberi che ci circondano si mostrano in svariate tonalità di colore.
Il percorso non presenta difficoltà tecniche. Fate però attenzione alla scelta della scarpa: il terreno in questo periodo dell’anno, a causa delle piogge, è piuttosto fangoso. Inoltre presenta tratti irregolari a causa della presenza di sassi che, nel corso dei secoli, sono scivolati dalle pendici del Sasso Simone e del Simoncello.



Dopo circa 40 minuti di cammino raggiungiamo la località Banditella (1085 mt). Qui proseguiamo dritto lungo il sentiero n. 118. Dopo 10 minuti, giunti ad un altro bivio, giriamo a destra prendendo il sentiero n. 117 che consente di giungere il Sasso Simone attraverso un percorso tra i calanchi. In 5 minuti raggiungiamo Sella dei Sassi (1150 mt) e di lì a poco, sorpassata una recinzione in legno, si spalanca il paesaggio lunare dei calanchi argillosi.



Al bivio successivo, dove la strada risulta franata, deviamo a sinistra e prendiamo il sentiero n. 17 che conduce alla vetta del Sasso Simone in circa 45/50 minuti di cammino.

Conoscete la storia del Sasso Simone? Potrete trovare qualche cenno storico a pochi passi dalla vetta.
Nella metà del XVI secolo Cosimo I de’ Medici scelse il Sasso Simone come luogo per costruirvi una città-fortezza denominata “Città del Sole”. Il Sasso Simone rappresentava un nodo strategico del Granducato di Toscana in contrapposizione al castello di San Leo che dominava il Montefeltro. Il progetto prevedeva la realizzazione di una città capace di contenere una guarnigione militare e trecento civili. Venne utilizzata per quasi un secolo ma, per avverse condizioni naturali, venne abbandonata definitivamente alla fine del XVII secolo. Oggi rimangono soltanto una strada lastricata ed alcuni ruderi a testimonianza dell’ambizioso insediamento.

Giunti ai prati sommitali, si gode di una vista mozzafiato che spazia dalla costa pesarese all’Alpe della Luna, dalle Foreste Casentinesi al Monte Catria. Per ritornare al Passo Cantoniera decidiamo di ripercorre al contrario gli stessi sentieri. Vi è comunque la possibilità di effettuare un percorso ad anello prendendo il sentiero n. 119bis che si ricongiungerà successivamente al sentiero n. 118.

La luce è fioca, il sole si nasconde dietro i monti. Nel bosco tra poco farà buio. L’unico rumore percepibile è quello delle foglie che cadono e si appoggiano sul terreno fangoso. E’ così che termina anche questa splendida giornata in mezzo alle bellezze naturalistiche del Parco Sasso Simone e Simoncello.

Sentieri CAI 118 – 117 – 17: Passo Cantoniera – Sasso Simone

Località di partenzaPasso Cantoniera (1007 mt)
Località di arrivoSasso Simone (1204 mt)
Lunghezza percorso (A/R)11,5 km
DifficoltàT-E
Tempo complessivo a/r4 h

Trekking a San Paolo in Alpe

La scoperta dell’Appennino romagnolo continua.
Questa volta abbiamo scelto un luogo d’importanza storica, una destinazione che pochi di voi conosceranno. Sto parlando di San Paolo in Alpe. Ne avete già sentito parlare? Immerso nel Parco delle Foreste Casentinesi, a 1030 metri di altitudine, oggi è una località semi abbandonata ma durante la seconda guerra mondiale fu protagonista di numerosi eventi storici per via della sua collocazione lungo la linea gotica.

Qualche accenno storico

Nel 1944 San Paolo in Alpe fu scelto dal Comando del Gruppo Brigate Romagna come campo di lancio di armi, vestiario, denaro e vivere utili alla sopravvivenza e alla lotta dei partigiani. Alla fine di marzo del ’44 il campo venne preparato per il lancio. Radio Londra trasmise nei primi giorni di aprile il messaggio convenzionale “le ciliegie sono mature” : fu così che nella notte tra il 4 e il 5 e tra quella del 7 e l’8 aprile furono lanciati pistole, mitragliatrici, bombe a mano, esplosivo, viveri e denaro. La distribuzione del materiale ai partigiani però non fu affatto semplice per via dei continui rastrellamenti da parte delle truppe tedesche. Nel frattempo la vigilanza al campo venne rinforzata in attesa di nuovi lanci. La mattina del 12 aprile 1944 però il campo di lancio venne attaccato dai tedeschi che, dopo una giornata di combattimenti, riuscirono a conquistare il campo e a costringere i partigiani a ritirarsi. Raggiunto l’obiettivo, le truppe tedesche devastarono la località di San Paolo in Alpe dando fuoco alla Chiesa e alle abitazioni civili.

Come raggiungere San Paolo in Alpe

L’escursione per raggiungere San Paolo in Alpe parte da Cà Fiumari. Come raggiungerla? Provenendo da Santa Sofia dovrete proseguite lungo la strada SS310 superando le frazioni di Berleta, Corniolo e Lago. Oltrepassata quest’ultima località troverete sulla sinistra, dopo circa 500-600 metri, una deviazione e un cartello in legno con scritto S.Agostino. Qui dovrete svoltare e proseguire per circa 4-5 km. La strada è sterrata e in molti punti scoscesa: prestate particolare attenzione e proseguite con calma. La seconda casa in pietra che incontrerete sarà Cà Fiumari. Ne avrete la conferma dal fatto che sulla destra ci sarà la deviazione per Sant’Agostino mentre proseguendo dritto per 200 metri troverete sulla sinistra un cartello che indicherà l’inizio del percorso.


Imboccate il sentiero CAI 255 e seguitelo fino all’arrivo a San Paolo in Alpe. In alcuni tratti i segnavia non saranno molto evidenti. Per questo prestate particolare attenzione, soprattutto nei primi due bivi. Il sentiero presenta un lungo tratto di salita (circa 3 km): inizialmente camminerete all’interno del bosco poi nell’ultimo tratto passerete lungo il costone roccioso. Attenzione a quest’ultima parte perché il sentiero potrebbe presentare tratti franati. Lungo il percorso troverete ruderi abbandonati utilizzati durante la seconda guerra mondiale come rifugi dei partigiani. Nell’ultimo tratto di cammino potrete ammirare ciò che resta di due edifici religiosi. Quello più a ridosso del punto di arrivo è la chiesa di S. Agostino oggi quasi interamente distrutta. Sul retro si apre un ampio prato con al centro un albero secolare. L’intera zona viene utilizzata per il pascolo del bestiame, compresa l’area dove sorgono i ruderi della chiesa.


Una volta arrivati a San Paolo in Alpe noterete un grande edificio. La parte ristrutturata di recente è un bivacco. Qui non troverete acqua ma soltanto un luogo dove ripararvi o riposarvi in caso di bisogno. All’ingresso vi è una targa che racconta la storia di San Paolo in Alpe durante la seconda guerra mondiale. Salendo sulla piccola altura vicino al bivacco potrete ammirare un panorama niente male.

Per ritornare a Cà Fiumari abbiamo ripercorso al contrario il sentiero CAI 255 però se decidete di fare un trekking a tappe avrete la possibilità di prendere il sentiero CAI 233 che in circa 2 ore di cammino vi porterà alla Diga di Ridracoli.

Sentiero CAI 255 – San Paolo in Alpe

Località di partenzaCà Fiumari (FC)
Località di arrivoSan Paolo in Alpe
Lunghezza percorso (A/R)6,5 km
DifficoltàE
Tempo complessivo (pause escluse)1.50 / 2 h