Trekking alla sorgente del fiume Marecchia

Immaginatevi un sabato pomeriggio di luglio. Tutti sono a mollo al mare o in piscina. Tranne noi. 🙂

E’ un po’ di giorni che ci solletica l’idea di scoprire la sorgente del fiume Marecchia. Per organizzare l’escursione prendiamo spunto da un vecchio libro comprato da Andrea (Pianeta Valmarecchia di Amedeo Montemaggi) e dal sito del Cai.

QUALCHE CENNO STORICO

Il fiume Marecchia, chiamato dai romani Ariminus, ha tre diverse sorgenti situate in località Forconaia del Monte Castagnolo, che fa parte del crinale del monte della Zucca. Fin dall’epoca più antica la Valle del Marecchia rappresentava un’importante via di comunicazione tra la costa adriatica e quella tirrenica. Pensate che la sua foce, che si trova a Rimini, già nel IX secolo a.C. offriva un approdo ai naviganti greci che commerciavano con i Villanoviani di Verucchio. Un fiume mica da poco! 😉
Prima parte del percorso

Il sentiero per raggiungere la sorgente del Marecchia parte dalla località Pratieghi, frazione di Badia Tedalda, e prosegue tra calanchi, campi, siepi e lembi di bosco, da cui si aprono spettacolari vedute sui Monti Fumaiolo e Aquilone, sull’alta valle del Tevere e sui vicini rilievi del Poggio tre Vescovi e Monte della Zucca. Nell’ultimo tratto il sentiero si immerge in una faggeta che risale il corso del fiume sino alla sua sorgente.

Sorgente del fiume Marecchia

Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche: basta avere una minima preparazione fisica e il gioco è fatto. Per completare l’intero anello calcolate all’incirca 1 ora e 45 minuti. Sono certa che rimarrete completamente affascinati dal paesaggio che incontrerete lungo il cammino: calanchi di grigia arenaria, boschi di faggi. Al calar del sole tutto diventa più magico.
L’unica pecca sono i segnavia CAI. In alcuni tratti non è assolutamente chiaro in che direzione proseguire. Addirittura abbiamo trovato segnali che indicavano la strada opposta rispetto a quella che si sarebbe dovuta percorrere.

Ma non è finita qui! Proseguendo lungo l’itinerario 00 si ha la possibilità di percorrere un tratto di linea gotica, ammirando i resti delle postazioni tedesche sul crinale del Monte Zucca. La prossima volta, partendo con maggiore anticipo, andremo sicuramente a scoprire anche questa bellissima parte di sentiero. Non vediamo l’ora!

La vista dai calanchi di arenaria



Escursione alla sorgente del Rubicone

È una domenica di metà marzo. Fuori la temperatura è mite, l’arrivo della primavera si fa già sentire. Decido insieme al mio compagno di avventurarmi alla scoperta del bellissimo entroterra romagnolo, luogo ricco di tanti piccoli tesori rimasti per lungo tempo sconosciuti ai più. Qualche settimana prima, quasi casualmente, avevamo notato nei pressi di Strigara, una frazione del comune di Sogliano al Rubicone, un percorso che conduceva alla sorgente del Rubicone. Questo viene indicato nei libri di scuola come il fiume che Giulio Cesare, diretto a Roma, attraversò con il suo esercito pronunciando la fatidica frase “Alea Iacta Est” – “Il dado è tratto“, violando così le imposizioni dettate dall’impero. In realtà vi è ancora oggi incertezza su quale possa essere l’effettivo corso d’acqua oltrepassato dal famoso console romano. Difatti il fiume Pisciatello e il Rubicone potrebbero essere facilmente confusi poiché le rispettive sorgenti sono presenti nella medesima area collinare. Indipendentemente da questa controversia mi incuriosiva visitare almeno una volta nella vita la sorgente del fiume che scorre nella mia città natale.

Zaino in spalla e scarpe da trekking partiamo da Poggio Torriana in direzione Strigara._MG_2071 Il tragitto in macchina è breve e appena notiamo le prime indicazioni del sentiero parcheggiamo e iniziamo il nostro percorso a piedi. Scendiamo lungo una piccola discesa dove ci troviamo di fronte ad un bivio. Qui imbocchiamo il sentiero n. 115a in direzione della sorgente. In poco tempo il cielo si è annuvolato e speriamo che non cominci a piovere.

 

Il percorso continua all’interno del bosco dove abbiamo l’occasione di vedere numerose specie floreali che con le prime temperature primaverili facevano capolino lungo il sentiero.

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Dopo circa 20 minuti di cammino raggiungiamo la sorgente del Rubicone: un piccolo rivolo d’acqua attorno al quale nel 2009 è stata posizionata un’iscrizione per l’inaugurazione del sentiero. L’acqua è freschissima e dissetante, l’ideale dopo una passeggiata. Attorno alla sorgente sono state posizionate delle panchine e anche un barbecue utilizzabile in qualsiasi periodo dell’anno. Ne approfittiamo per rilassarci e goderci la natura incontaminata che circonda questa valle. Il silenzio regna sovrano, si sente soltanto il cinguettio di qualche uccello.

Sorgente Rubicone

Dopo circa 30 minuti ci mettiamo in marcia verso la strada del ritorno. Una volta arrivati al bivio però, curiosi di sapere cosa si nasconde dall’altra parte della valle, decidiamo di continuare in direzione Monte Farneto, imboccando il sentiero 115b. Dopo pochi minuti ci troviamo di fronte ai bellissimi calanchi, conformazioni geologiche che caratterizzano alcune aree dell’entroterra romagnolo. La luce del tramonto rende il tutto ancora più affascinante tanto che rimaniamo incantati a guardare questo particolare paesaggio.
Scattate alcune foto, ritorniamo a casa super soddisfatti della nostra breve ma intensa escursione pomeridiana.

Molto spesso tendiamo a non considerare le peculiarità che il nostro territorio ci offre, preferendo visitare luoghi esotici, lontani. La vera bellezza a volte si può trovare anche a pochi chilometri da casa, basta avere tanta curiosità e voglia di esplorare.
Sono sicura che la passione per il trekking e la fotografia ci condurrà a percorre nuovi sentieri dell’alto Rubicone, cogliendo così l’occasione di conoscere a fondo un mondo che ci sembra così familiare ma che molto spesso non lo è.