Un tuffo nella Storia con Elsa Morante

La storia di Elsa Morante è un romanzo complesso. Lento nelle prime 100 pagine, struggente e commovente in quelle successive. La scrittrice descrive in maniera superba momenti di straordinaria complessità attraverso gli occhi dei protagonisti.

Roma: prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. La capitale dell’arte, della bellezza, della storia: sfregiata, umiliata, ferita per mano dell’avidità umana. Elsa Morante ci accompagna con mano nella Roma dei ghetti, all’interno dei quartieri popolari, mostrandoci luoghi lontani dalla ricchezza e dallo sfarzo.
Seguiamo da vicino le vicende di Ida Ramundo, maestra elementare, dei suoi figli Useppe e Ninnuzu, e di Davide Segre, partigiano e grande ideologista.
Elsa Morante racconta la storia vissuta, dettagli di vita che spesso non troviamo nei libri di scuola. Lascia spazio unicamente agli emarginati, descrivendone la quotidianità fatta di riti, paure, ingiustizie ma anche di sorrisi e di solidarietà. Così facendo, crea un perfetto affresco della realtà dell’epoca.
La guerra ha effetti devastanti sulla vita di tutti gli esseri umani. La pace, tanto sperata, arriva portando nella vita delle persone soltanto una parvenza di tranquillità. Gli animi rimangono in tumulto: permane quel labile confine tra vita e morte, che non se ne andrà per tutto il romanzo.

“Tutti i semi sono falliti eccettuato uno, che non so cosa sia, ma che probabilmente è un fiore e non un’erbaccia.”

— Antonio Gramsci

Un libro che non ti aspetti, pieno di realtà e di vita vissuta.
Elsa Morante attraverso La Storia ci porta in viaggio tra volti e voci di un’epoca che ormai sembra lontana. Un tuffo nel passato fatto di ricordi, spesso dolorosi, ma fondamentali per rimanere ancorati alla vita. Un’occasione di memoria che tutti noi dovremmo cogliere.

Un libro memorabile che appena terminato lascia nel lettore una sensazione di vuoto e di malinconia che solo i grandi libri hanno il potere di trasmettere.

Patagonia Express

Un viaggio ai confini del mondo, là dove il tempo si è fermato.
Un viaggio alla scoperta di usanze e tradizioni, miti e leggende.
Un viaggio tra città che vivono di ricordi e di piccoli gesti quotidiani.
La Patagonia vista con gli occhi di Luis Sepúlveda.
Un diario di viaggio che immortala l’anima di questa regione e delle sue genti attraverso gli appunti presi su una moleskine regalata dall’amico Bruce Chatwin.

Era un mezzogiorno d’inverno a Barcellona quando i due si fecero una promessa: un giorno avrebbero fatto insieme un viaggio in Patagonia. Un sogno però destinato ad infrangersi. Sepúlveda ottenne il permesso di ritornare in Cile troppo tardi. Chatwin “aveva già intrapreso un viaggio inevitabile, un lungo viaggio attraverso montagne e mari infiniti“. Ma si sa, gli impegni presi con gli amici sono sacri. E così Sepulveda decise di partire per la “fine del mondo“.

Un libro breve fatto di pensieri, riflessioni e leggende: un balzo nel cuore di “una regione così vasta e colma di avventure che non può essere toccata dalla meschina frontiera che separa la vita dalla morte“. Un libro fatto di sensazioni e attimi vissuti a stretto contatto con le persone che da una vita abitano quei territori: Ladislao allevatore di bestiame, Jorge Dìaz la voce della libertà della Patagonia, Carlos E Basta l’amico di una vita, Klaus Kucimavic il Premio Nobel alternativo per la fisica, vecchio nazista che aveva scoperto un foro nella cappa dell’ozono, l’emozionante incontro con lo scrittore Francisco Coloane e tanti, tanti altri ancora.

E’ impossibile non innamorarsi di questa terra.
Sepúlveda con Patagonia Express incuriosisce il lettore, creando il desiderio di visitare, seppur virtualmente, questa parte sperduta di mondo. A ogni pagina, per ogni luogo descritto, nasceva in me la voglia di approfondire la conoscenza di questi luoghi, così fisicamente lontani ma al tempo stesso vicini alla mia voglia di viaggiare e di scoprire.

Se siete dei sognatori, amanti della natura e delle terre incontaminate, questo è il libro per voi! 🙂

Un avvincente viaggio intorno al mondo

Se siete amanti del viaggio, vi consiglio di leggere “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne. Pubblicato per la prima volta nel 1873, racconta di un abbiente gentiluomo londinese Phileas Fogg che insieme al suo cameriere francese Passepartout tenta di compiere il giro del mondo in “soli” 80 giorni. Alla fine del XIX secolo il modo di viaggiare era diverso rispetto ad oggi, perciò per percorrere lunghe distanze erano necessari molto tempo e denaro. Non esisteva il trasporto aereo ma gli unici mezzi disponibili erano treni e navi, che rendevano il viaggio imprevedibile. Sarebbe bastato qualche imprevisto per provocare ritardi che avrebbero irrimediabilmente compromesso l’intero viaggio.

Verne è in grado di condurre il lettore in luoghi remoti, dipingendo attraverso le parole i paesaggi e le realtà di ogni destinazione. Lo scrittore mette in risalto le peculiarità di ogni civiltà, rendendo noti costumi e usanze di ogni popolazione, contribuendo a formare il lettore, facendogli vivere per qualche attimo l’esperienza del protagonista.

La lettura è semplice, adatta anche agli adolescenti che muovono i primi passi nel meraviglioso mondo dei libri.

Buona lettura!