Estate in Val Pusteria: le tappe da non perdere

Maestose cime dolomitiche, verdi prati e rigogliosi boschi, laghi dalle acque cristalline, chilometri di sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta: ecco a voi la Val Pusteria! Siamo in Alto Adige, nella zona compresa tra Bressanone e il confine con l’Austria.
Venite a scoprire con noi alcune delle meraviglie che caratterizzano questa valle e che la rendono famosa in tutto il mondo.

Un importante consiglio prima di partire: visitate questi luoghi a giugno o a settembre. Potrete così godervi al meglio ciò che la montagna ha da raccontarvi. Maestose cime dolomitiche, verdi prati e rigogliosi boschi, laghi dalle acque cristalline, chilometri di sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta: ecco a voi la Val Pusteria! Siamo in Alto Adige, nella zona compresa tra Bressanone e il confine con l’Austria.
Venite a scoprire con noi alcune delle meraviglie che caratterizzano questa valle e che la rendono famosa in tutto il mondo.

Un importante consiglio prima di partire: visitate questi luoghi a giugno o a settembre. Potrete così godervi al meglio ciò che la montagna ha da raccontarvi.

Plan de Corones: cultura e arte in alta quota

La prima tappa è all’insegna della storia e dell’arte. Saliamo a Plan de Corones, a 2275 metri, per visitare due musei: il Lumen e il MMM – Messner Mountain Museum. Arrivati all’ingresso della funivia Kronplazt 1+2 (Riscone) acquistiamo 2 biglietti cumulativi – costo 36€ l’uno – comprensivi di: salita e discesa in funivia e ingresso ai musei (i biglietti sono acquistabili soltanto in loco). In alternativa potete scegliere di raggiungere la cima con i numerosi sentieri che partono da fondo valle. Giunti in vetta è impossibile non rimanere affascinati delle vette dolomitiche che circondano i due musei. Quando capita di combinare arte, storia e natura?!
La nostra prima visita è al MMM Corones (esistono altre 5 sedi del MMM) che ci colpisce per la sua stravagante architettura. Geniale l’idea di utilizzare le vetrate per riflettere i ricordi d’infanzia di Reinhold Messner: le Odle e il Pilastro centrale del Santa Croce, così come i ghiacciai che sovrastano la valle Aurina. Il museo racconta attraverso reliquie e citazioni l’affascinante mondo dell’alpinismo. Un luogo di riflessione e silenzio dove immergersi in un mondo complesso ma allo stesso tempo affascinante. Un museo semplice, a volte non troppo esaustivo, ma comunque molto piacevole da visitare.

A pochi passi dal MMM si trova Lumen, il museo dedicato alla fotografia di montagna. Un tuffo nella storia tra fotografie d’archivio e innovazioni digitali capaci di coinvolgere il visitatore a 360°. Il museo è stato costruito nello stesso punto in cui si trovava la prima stazione a monte della funivia del Plan de Corones, in disuso dal 1986. Questo particolare è ricordato dalla splendida sala dell’otturatore: l’enorme foro al centro della stanza si apre e si chiude proprio nel punto in cui una volta entravano e uscivano le cabinovie, mostrando oggi uno spettacolare panorama sulle Alpi.
Rimarrete affascinati dalla sala adrenaline dove sono esposte le foto vincitrici del più grande concorso fotografico internazionale sugli sport d’avventura.
E sicuramente non vorrete più uscire dalla sala degli specchi: giochi di luci e colori vi incanteranno!
Al piano terra del museo troverete anche l’ingresso al ristorante AlpiNN dello chef stellato Nobert Niederkofler.

Dopo la visita ai musei di Plan de Corones, dedicate qualche ora alla città di Brunico: il centro è costellato di piccoli negozietti e bar dove potersi rilassare e gustare un aperitivo.

Le Tre Cime di Lavaredo: dove è finito il silenzio della montagna?

La seconda tappa si trova al confine tra Alto Adige e Veneto: sto parlando delle Tre Cime di Lavaredo. Come già saprete, dal 2009 il Parco Naturale Tre Cime e quello Fanes-Senes-Braies sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Sono tra le cime dolomitiche più conosciute e attirano ogni anno migliaia di escursionisti e alpinisti. Vi parlerò più dettagliatamente del nostro trekking nel prossimo articolo. Ora mi preme sottolineare un altro importante aspetto che è bene non sottovalutare prima di partire.
Cosa vi spinge ad affrontare un sentiero in montagna, ad immergervi nella natura? Pace e serenità, distacco dalla quotidianità, silenzio: giusto? Le Tre Cime di Lavaredo sono affascinanti, uniche, mozzafiato: è impossibile non rimanere incantati a guardarle. Un’opera d’arte della natura. Ma, c’è un ma. Hanno perso quel pizzico di magia che solo la montagna sa regalarti. La folla di gente che invade i sentieri, il chiacchiericcio non è più sostenibile in un contesto come quello delle Tre Cime. Stop. Rewind. Riflettiamo sul significato di turismo in questi territori. Visitate le Tre Cime, ne vale davvero la pena, ma fatelo con uno spirito diverso: fatelo nel rispetto della natura.

San Candido – Lienz: oltre il confine in mountain bike

Terza tappa è l’immancabile tour in bicicletta sulla ciclabile della Drava che da San Candido (1175 mt) conduce in Austria sino a Lienz (650 mt). Il percorso è lungo 44 km ed è prevalentemente in discesa. Anche se non presenta particolari difficoltà consiglio di utilizzare una mountain bike per affrontare meglio i tratti su sterrato e in salita. A seconda della vostra andatura e del numero di soste calcolate un tempo di circa 3 ore per arrivare a Lienz. Una volta giunti a destinazione potrete scegliere se ritornare in bicicletta oppure in treno (ne parte uno circa ogni ora).
Se non siete muniti di bicicletta potete noleggiarla in uno dei numerosi negozi che si trovano a Dobbiaco o San Candido. Noi abbiamo scelto Papin che ci ha fornito un servizio eccellete: 2 mountain bike al costo complessivo di 40€ (compresi nel prezzo anche 1/2 litro d’acqua e una mela). Una volta terminato il percorso, potrete scegliere se consegnare la bicicletta al punto Papin a Lienz (dietro la stazione) oppure caricarla in treno e riconsegnarla a San Candido. In entrambi i casi il supplemento sarà intorno ai 6€. Vi consiglio di riconsegnarla a Lienz, in modo da non avere un ingombro in treno (che in estate è super affollato).


Tra giugno e settembre la ciclabile è presa d’assalto da tantissime persone perciò in alcuni punti è necessario prestare particolare attenzione per evitare incidenti.
Sulla San Candido – Lienz è impossibile sbagliare strada: tutto il percorso è ben segnalato e al noleggio vi spiegheranno nei minimi dettagli cosa fare.
Noi iniziamo il nostro tour da San Candido. A pochi chilometri dalla partenza, dopo Versciaco, si supera il confine italiano e si percorre la restante parte in Austria. La ciclabile segue il corso del fiume Drava e presenta in molti punti panchine per rilassarsi e godersi il panorama.
A circa metà strada si trova la famosissima fabbrica della Loacker che con il suo shop e bar all’esterno attira migliaia di curiosi e affezionati. Anche noi abbiamo deciso di fermarci per una dolce sosta ma abbiamo evitato di entrare nello shop: veramente super affollato!


Nella seconda parte la ciclabile si immerge per alcuni tratti all’interno del bosco e il percorso diventa sterrato. A pochi chilometri da Lienz troverete alla vostra destra l’entrata al parco acquatico di Galitzenklamm (a pagamento) dove ammirare la Gola della Galizia con le sue cascate.
Se decidete di riconsegnare la bici a Lienz, prestate particolare attenzione quando arrivate in città, seguendo le indicazioni in direzione della stazione.
Vi consiglio di trascorrere anche qualche ora nel centro di Lienz e di pranzare qui al vostro arrivo.

Il lago di Braies: la perla delle Dolomiti

Come resistere alla bellezza del lago di Braies? La quarta imperdibile tappa ci porta sulle rive di questo meraviglioso lago alpino situato ai piedi della Croda del Becco (2810 mt). Nel periodo estivo, come per le Tre Cime di Lavaredo, il lago è preso d’assalto dai turisti. Probabilmente la stagione migliore per visitarlo è l’autunno o ancor meglio l’inverno con un po’ di candida neve che ne ricopre le rive. Per ridurre i flussi turistici ogni anno la provincia di Bolzano studia nuove soluzioni che troverete aggiornate sul sito ufficiale.

Come raggiungere il lago?
In auto: è possibile accedere ai parcheggi che conducono al lago di Braies fino alle ore 10:00 oppure fino ad esaurimento parcheggi. La strada riapre alla circolazione dalle ore 15:00. E’ possibile l’acquisto online e non in loco di un posteggio nel parcheggio P3 (quello a ridosso del lago) oppure se si è fortunati, partendo molto presto si può trovare un posteggio nel parcheggio P2 o P1, che si trovano a circa mezzo chilometro dal lago (anche questi a pagamento). Di seguito il link al sito per l’acquisto del parcheggio https://www.prags.bz/it/ .
Bus navetta: ci sono due diverse linee che portano al lago di Braies: la n. 439 da Monguelfo e la n. 442 da Dobbiaco. E’ necessario acquistare i biglietti online sul sito https://www.prags.bz/it/ indicando la data, l’ora e luogo di partenza. Il costo del biglietto di a/r è di 10€, solo una corsa 5€.
A piedi: pur essendo arrivati a Braies per le ore 9:00 non abbiamo trovato parcheggio così abbiamo optato per questa terza modalità di accesso: un breve trekking tra i boschi del Parco Naturale Fanes – Senes – Braies. Il sentiero parte dal parcheggio Segheria a Ferrara, è lungo all’incirca 5 km e non presenta difficoltà. Noi abbiamo percorso soltanto l’ultimo tratto (circa 2 km) perché siamo riusciti a trovare parcheggio nella frazione successiva.

Dal lago di Braies partono numerosi sentieri, tra cui quello che conduce alla Croda del Becco molto bello ma anche parecchio impegnativo (con un po’ più di allenamento lo farò 😉 ) e quello che orla le rive del lago, tra boschi di abeti e acque cristalline. Un trekking molto semplice, da percorrere in senso antiorario, che vi permetterà in un’oretta di ammirare il lago a 360°.

Se volete evitare la folla, dedicate la prima parte della giornata al noleggio di una barchetta a remi. Il costo per un’ora è di 29€: seppur caro il prezzo vale l’esperienza!
Se non avete con voi il pranzo vi consiglio di assaggiare l’hamburger (di carne o verdure) nel chiosco che si trova poco distante dall’inizio del sentiero che costeggia il lago.


Tutti conoscono il lago di Braies per le sue splendide acque, pochi invece indagano sul suo passato. Ecco per voi qualche cenno storico risalente all’epoca del Nazismo che è bene non dimenticare (link).

Le geometrie delle piramidi di terra

Nella quinta tappa vi portiamo in un luogo insolito: le piramidi di terra. Sì, avete letto bene. In Sudtirol ne troverete vari esempi. Noi abbiamo visitato quelle di Perca, un vero capolavoro architettonico della natura.
Conoscete la loro storia?
L’origine della piramidi di terra di Perca è naturale e risale a centinaia di anni fa quando, in seguito ad un nubifragio, si formò una frana che interruppe la mulattiera che univa il maso “Thalerhof” e Sopranessano. Nel 1882 si verificò nuovamente un forte temporale che causò una grande spaccatura. In seguito all’azione di dilavazione ed erosione dei pendii sassosi si crearono delle colonne argillose sormontate da grandi pietre.
Come potrete immaginare, le piramidi di terra sono in costante mutamento.

Per raggiungerle potrete seguire il sentiero che attraversa il bosco, partendo dal Café Piramidi (Perca) oppure il sentiero 16 A che parte dall’albergo Schoenblick e passa su strada asfaltata. I sentieri si incrociano prima dell’accesso alle Piramidi di terra e in entrambi i casi occorrono all’incirca 45 minuti per raggiungerle.

Dove soggiornare e dove mangiare

San Candido

Quasi al confine con l’Austria si trova questo incantevole paesino. Merita una visita la Collegiata, realizzata in stile romanico, dove è presente una statua lignea eseguita nel 1250 circa, di notevole importanza artistica e storica.
San Candido offre molte attività all’aria aperta sia nel periodo estivo che in quello invernale. E’ una città adatta anche a famiglie con bambini: a pochi chilometri dal centro, prendendo la seggiovia potrete sperimentare il fun bob: la più lunga pista da bob su rotaia in Alto Adige (tutto le info sul sito https://www.trecime.com/it/le-attivita/in-estate/funbob.html).
Noi abbiamo soggiornato al Residence Silvia che si trova proprio nel centro di San Candido. Appartamenti spaziosi e molto puliti, super consigliato!

Se soggiornate a San Candido ecco una lista di ristoranti in cui cenare:

Senfter’s Cafe Bistro

Ristorante Gasthof Wiesthaler

Theatercafè



Alla scoperta della Slovenia

State pensando dove trascorrere questi ultimi giorni di vacanza? Tra le mete da non perdere segnatevi la Slovenia, destinazione turistica apprezzabile in qualsiasi stagione dell’anno. Dalle verdi vallate incorniciate da maestose cime rocciose al limpido mare Adriatico il passo è breve: in meno di un’ora di distanza la Slovenia offre paesaggi variegati, in grado di soddisfare le esigenze di tutti i turisti.
Io e Andrea abbiamo solo 4 giorni per scoprire le bellezze di questo territorio perciò optiamo per un hotel a Portorose per poi spostarci in macchina per le varie escursioni.

Grotte di Postumia e Castello di Predjama

Partenza da Rimini alle 5:30. Vogliamo sfruttare ogni singolo minuto di questi pochi giorni di vacanza e le prime luci dell’alba sono il momento migliore per viaggiare. Arrivati a circa 30 km dal confine acquistiamo la “Vinjeta“, il bollino che serve per circolare sulle autostrade slovene. Lo trovate in dogana, in tutti i benzinai o tabaccherie della Slovenia ma potrete acquistarlo anche negli autogrill vicino al confine. Il costo per una settimana è di 15€.
Siamo diretti al Park Postojnska Jama dove visiteremo le Grotte di Postumia e il Castello di Predjama. In 5 ore arriviamo a destinazione e ad attenderci c’è un caldo pazzesco. Lasciamo la macchina all’interno del parcheggio del Parco (costo 5€ al giorno) e ci dirigiamo verso la biglietteria che si trova a pochi minuti a piedi. Sul sito del Parco leggiamo che vi è anche la possibilità di fare i biglietti online ma alla fine decidiamo di acquistarli in loco fidandoci delle numerose recensioni positive sulla velocità degli operatori di biglietteria: alla fine siamo stati premiati. Per una fila di 30 persone il tempo di attesa è stato solo di 10 minuti. Il prezzo intero per un adulto per la visita delle grotte e del castello, in alta stagione, è di 38,50€, comprensivo anche di transfer per raggiungere il castello (le altre tariffe le trovate sul sito https://www.postojnska-jama.eu/it/biglietti/). Un quarto d’ora prima dell’ingresso alle grotte, previsto per le ore 12, ci dirigiamo verso l’entrata dove veniamo smistati a seconda delle nazionalità. La quantità di gente che entrerà insieme a noi è impressionante: saremo all’incirca un centinaio. La guida ci spiegherà poi che le grotte di Postumia sono le più visitate al mondo. Vi ricordo che all’interno delle grotte vi è una temperatura costante di 10°C perciò è necessario indossare una felpa prima di entrare.
L’itinerario prevede un percorso di 3,7 km con un trenino elettrico e di 1 km a piedi. Le grotte di Postumia furono scoperte nel 1818 e aperte al pubblico l’anno successivo. Il trenino sotterraneo venne introdotto nel 1872 e rappresentò il primo esempio di ferrovia sotterranea al mondo.
Tutti a bordo, si parte! Attorno a noi si apre un nuovo misterioso mondo, quello delle grotte. Attraversiamo gallerie artificiali e naturali. Stalattiti e stalagmiti ci circondano ed è impossibile trattenere lo stupore. Giunti al termine del percorso ferroviario ci avviamo a piedi alla scoperta delle grotte. Il camminamento parte dalla cima del Monte Calvario dove la guida ci illustra l’evoluzione di questo ambiente sia dal punto di vista speleologico che storico. Ci spiega che sono necessari migliaia di anni per la formazione di queste spettacolari colonne calcaree. Dal Ponte russo raggiungiamo le Grotte belle, attraversando la Sala degli Spaghetti, chiamata così per la particolare forma delle stalattiti che impiegano 100 anni per crescere di appena 1 mm. La Sala bianca e la Sala rossa ci conducono fino alla Galleria del Brillante dove è presente il simbolo delle grotte. Lungo il percorso abbiamo l’occasione di vedere uno degli abitanti di questo mondo sotterraneo: il Proteo. Animale cavernicolo, vive nelle acque delle grotte. Si tratta di un anfibio con occhi atrofizzati, lungo circa 35 cm, che vive fino a 100 anni e che può resistere senza cibo per 10 anni. Raggiungiamo infine la Sala dei Concerti, una delle più spettacolari all’interno delle grotte: 3000 mq per 40 mt di altezza, può contenere fino a 10.000 persone e gode di un ottima acustica, tanto da essere utilizzata per eventi e concerti. Da qui si raggiunge il trenino elettrico per ritornare in superficie. Verso la fine del tratto ferroviario noterete delle pareti completamente annerite. La causa? L’esplosione di un deposito di diesel tedesco da parte dei partigiani.
Dopo il pranzo al sacco ci dirigiamo alla fermata dell’autobus (vicino alla biglietteria delle grotte) che ci condurrà al Castello di Predjama, che si trova a circa 20 minuti di distanza. Giunti a destinazione rimaniamo incantati dalla bellezza del castello e ci soffermiamo ad ammirarlo dalla terrazza panoramica: incastonato nelle rocce, rappresenta un intreccio tra elementi naturali e artificiali, una fortezza inespugnabile. In biglietteria ci forniscono l’audioguida in italiano che ci illustra, passo per passo, ogni stanza del castello: ben fatta! Interessante la leggenda di Erasmo di Predjama, il Robin Hood sloveno, che visse nel castello nel XV secolo dove si rifugiò dall’assedio dell’imperatore. Riuscì a resistere poco più di un anno. Un giorno infatti, mentre il cavaliere si recò in bagno, un servo infedele segnalò con una torcia ai nemici che potevano attaccare. Massi di pietra vennero catapultati contro la latrina provocando così la morte di Erasmo.
Durante il periodo estivo è possibile visitare anche la grotta sotto il Castello, chiusa al pubblico nei mesi invernali per permettere il letargo dei pipistrelli. Terminata la visita riprendiamo l’autobus che ci riporta a Postumia. Stanchi ma contenti ci dirigiamo al Boutique Hotel di Portorose che abbiamo prenotato con l’opzione B&B per tre notti: scelta azzeccatissima. Camera spaziosa, pulita e soprattutto con vista mare. Ceniamo alla Trattoria del Pescatore che si trova a qualche minuto a piedi dal nostro hotel. Porzioni abbondanti e ottimo pesce. Consiglio gli spaghetti allo scoglio: deliziosi!

Giornata di relax: tra Portorose e Pirano

Dedichiamo il secondo giorno di viaggio alla tintarella e al riposo. Dopo un’abbondante colazione, ci dirigiamo alla piscina dell’hotel dove ci vengono forniti asciugamani, lettini e ombrellone. Decidiamo di pranzare a Pirano, distante soltanto 3 km da Portorose. Parcheggiamo l’auto all’interno di un parcheggio a pagamento e prendiamo il bus navetta gratuito che ci conduce in centro. Fa veramente caldo e non riusciamo a goderci appieno questa graziosa località di mare. Giunti in Piazza Tartini scattiamo qualche foto di rito e ci dirigiamo in Piazza I Maggio dove pranzeremo al ristorante Delfin: fritto misto senza infamia e senza lode. Facciamo una passeggiata sul lungomare e notiamo che non ci sono spiagge attrezzate ma soltanto scogli dove stendere un telo da mare. In lontananza è ben visibile l’Italia. Esausti per il caldo eccessivo decidiamo di ritornare a Portorose per fare un tuffo in acqua e rilassarci al mare. Anche qui la maggior parte delle “spiagge” non è attrezzata: vi potrete stendere sulla banchina, su piccoli pontili o semplicemente sull’erba. Prima di cena ci rechiamo in spiaggia per vedere il tramonto: veramente molto romantico! Ceniamo alla pizzeria Rustika che, leggiamo su TripAdvisor, essere una delle migliori in zona. Assolutamente sconsigliata! Prima di recarci in albergo facciamo una breve passeggiata. Notiamo che Portorose rappresenta una destinazione turistica di rilievo per diversi target di turisti. Qui potrete trovare giovani, famiglie con bambini e anche amanti del gioco: la città infatti ospita alcuni casinò.

Lago di Bled

Alle 9:30 ci mettiamo in viaggio per raggiungere il lago di Bled che dista all’incirca 170 km da Portorose. Nella guida turistica leggo che è uno dei laghi più belli della Slovenia e che merita di essere visitato. Dopo quasi due ore di macchina arriviamo a destinazione, non prima di aver fatto una coda di 4 km per raggiungere il parcheggio libero più vicino. E’ agosto e per di più è domenica: il lago è invaso dai turisti e il tempo non è nemmeno dei migliori. Mi ero creata un’immagine mentale completamente diversa da quello che avevo di fronte a me. Il lago è affascinante ma non tanto da farci rimanere a bocca aperta. Decidiamo di percorre a piedi un tratto del sentiero che circonda il lago (lunghezza totale 6 km). Sono molte le persone che noleggiano una piccola imbarcazione o che salgono a bordo delle “Pletne”, barche tradizionali fabbricate da costruttori locali e note solamente a Bled, che permettono di raggiungere l’isola centrale o di navigare il lago. Tentiamo anche noi di noleggiare una piccola barca a remi ma la lista d’attesa è talmente lunga che avremmo dovuto prenotarla il giorno prima per poterne usufruire. Peccato, sarebbe stato molto bello raggiungere l’isola che ospita la chiesa gotica di S. Maria Assunta. Giunti all’incirca a metà del lago c’è un pontile dove ragazzi e adulti si tuffano per fare un bagno. Un po’ sconfortati torniamo indietro e ci fermiamo a pranzare all’Ostarija Babji zob dove mangiamo due primi e la Bled cake (Kremna Rezina): una vera bomba calorica! Due strati di pasta sfoglia racchiudono un ripieno a base di crema pasticcera sormontata da panna montata. Il tutto cosparso da zucchero a velo. Avevo messo in programma anche la visita al Castello di Bled e alla gola del Vintgar ma alla fine abbiamo optato per il ritorno a Portorose: avremmo altre occasioni per vedere questa regione della Slovenia e le meraviglie che ospita. Arrivati in hotel facciamo un tuffo in piscina e poi ceniamo al ristorante Porto Konoba dove sia servizio che cibo sono ottimi!
La nostra esperienza slovena termina qua. E’ stata una vacanza breve ma intensa. Sicuramente torneremo per visitare altre zone di questa stupenda destinazione turistica.

Trieste: alla scoperta dei musei scientifici

E’ il giorno della partenza. Lungo la strada del ritorno decidiamo di fermarci a Trieste, che dista solo 20 minuti da Portorose. Dedichiamo la mattinata alla scoperta del Civico Orto Botanico: veramente molto carino e ben curato, diviso in diverse aree tematiche ognuna descritta in maniera esaustiva. Consultando le brochure forniteci dal personale dell’Orto, veniamo a conoscenza della presenza di numerosi musei scientifici che decidiamo di visitare. Prima di pranzare ci rechiamo all’Aquario Marino della città di Trieste. “L’Aquario” propriamente detto si sviluppa al piano terra dove sono presenti una trentina di vasche di diverse dimensioni. Al primo piano invece è presente il Vivarium, dove vi sono numerose specie di anfibi, rettili con particolare riguardo alla fauna del Friuli Venezia Giulia. Pranziamo alla Trattoria Alla Vecia Pescheria con due buonissimi risotti ai frutti di mare. Sazi e felici, ci dirigiamo in macchina al Museo di Storia Naturale e ci restiamo per ben due ore! Davvero interessante poiché ospita al suo interno tre pezzi unici al mondo: lo squalo Carlotta, il più grande squalo bianco al mondo conservato in un museo, il dinosauro Antonio, il più completo in Europa e l’unico della sua specie nel mondo, e la mandibola di Lonche, primo esempio di otturazione dentale della storia dell’uomo. Inoltre lungo il percorso troverete collezioni di botanica, zoologia, mineralogia, geologia e paleontologia.
Si è fatto tardi, il museo sta per chiudere. Ci avviamo verso la macchina e purtroppo è ora di tornare a casa. Il nostro non è un addio a Trieste ma un arrivederci!