Alla scoperta della Slovenia

State pensando dove trascorrere questi ultimi giorni di vacanza? Tra le mete da non perdere segnatevi la Slovenia, destinazione turistica apprezzabile in qualsiasi stagione dell’anno. Dalle verdi vallate incorniciate da maestose cime rocciose al limpido mare Adriatico il passo è breve: in meno di un’ora di distanza la Slovenia offre paesaggi variegati, in grado di soddisfare le esigenze di tutti i turisti.
Io e Andrea abbiamo solo 4 giorni per scoprire le bellezze di questo territorio perciò optiamo per un hotel a Portorose per poi spostarci in macchina per le varie escursioni.

Grotte di Postumia e Castello di Predjama

Partenza da Rimini alle 5:30. Vogliamo sfruttare ogni singolo minuto di questi pochi giorni di vacanza e le prime luci dell’alba sono il momento migliore per viaggiare. Arrivati a circa 30 km dal confine acquistiamo la “Vinjeta“, il bollino che serve per circolare sulle autostrade slovene. Lo trovate in dogana, in tutti i benzinai o tabaccherie della Slovenia ma potrete acquistarlo anche negli autogrill vicino al confine. Il costo per una settimana è di 15€.
Siamo diretti al Park Postojnska Jama dove visiteremo le Grotte di Postumia e il Castello di Predjama. In 5 ore arriviamo a destinazione e ad attenderci c’è un caldo pazzesco. Lasciamo la macchina all’interno del parcheggio del Parco (costo 5€ al giorno) e ci dirigiamo verso la biglietteria che si trova a pochi minuti a piedi. Sul sito del Parco leggiamo che vi è anche la possibilità di fare i biglietti online ma alla fine decidiamo di acquistarli in loco fidandoci delle numerose recensioni positive sulla velocità degli operatori di biglietteria: alla fine siamo stati premiati. Per una fila di 30 persone il tempo di attesa è stato solo di 10 minuti. Il prezzo intero per un adulto per la visita delle grotte e del castello, in alta stagione, è di 38,50€, comprensivo anche di transfer per raggiungere il castello (le altre tariffe le trovate sul sito https://www.postojnska-jama.eu/it/biglietti/). Un quarto d’ora prima dell’ingresso alle grotte, previsto per le ore 12, ci dirigiamo verso l’entrata dove veniamo smistati a seconda delle nazionalità. La quantità di gente che entrerà insieme a noi è impressionante: saremo all’incirca un centinaio. La guida ci spiegherà poi che le grotte di Postumia sono le più visitate al mondo. Vi ricordo che all’interno delle grotte vi è una temperatura costante di 10°C perciò è necessario indossare una felpa prima di entrare.
L’itinerario prevede un percorso di 3,7 km con un trenino elettrico e di 1 km a piedi. Le grotte di Postumia furono scoperte nel 1818 e aperte al pubblico l’anno successivo. Il trenino sotterraneo venne introdotto nel 1872 e rappresentò il primo esempio di ferrovia sotterranea al mondo.
Tutti a bordo, si parte! Attorno a noi si apre un nuovo misterioso mondo, quello delle grotte. Attraversiamo gallerie artificiali e naturali. Stalattiti e stalagmiti ci circondano ed è impossibile trattenere lo stupore. Giunti al termine del percorso ferroviario ci avviamo a piedi alla scoperta delle grotte. Il camminamento parte dalla cima del Monte Calvario dove la guida ci illustra l’evoluzione di questo ambiente sia dal punto di vista speleologico che storico. Ci spiega che sono necessari migliaia di anni per la formazione di queste spettacolari colonne calcaree. Dal Ponte russo raggiungiamo le Grotte belle, attraversando la Sala degli Spaghetti, chiamata così per la particolare forma delle stalattiti che impiegano 100 anni per crescere di appena 1 mm. La Sala bianca e la Sala rossa ci conducono fino alla Galleria del Brillante dove è presente il simbolo delle grotte. Lungo il percorso abbiamo l’occasione di vedere uno degli abitanti di questo mondo sotterraneo: il Proteo. Animale cavernicolo, vive nelle acque delle grotte. Si tratta di un anfibio con occhi atrofizzati, lungo circa 35 cm, che vive fino a 100 anni e che può resistere senza cibo per 10 anni. Raggiungiamo infine la Sala dei Concerti, una delle più spettacolari all’interno delle grotte: 3000 mq per 40 mt di altezza, può contenere fino a 10.000 persone e gode di un ottima acustica, tanto da essere utilizzata per eventi e concerti. Da qui si raggiunge il trenino elettrico per ritornare in superficie. Verso la fine del tratto ferroviario noterete delle pareti completamente annerite. La causa? L’esplosione di un deposito di diesel tedesco da parte dei partigiani.
Dopo il pranzo al sacco ci dirigiamo alla fermata dell’autobus (vicino alla biglietteria delle grotte) che ci condurrà al Castello di Predjama, che si trova a circa 20 minuti di distanza. Giunti a destinazione rimaniamo incantati dalla bellezza del castello e ci soffermiamo ad ammirarlo dalla terrazza panoramica: incastonato nelle rocce, rappresenta un intreccio tra elementi naturali e artificiali, una fortezza inespugnabile. In biglietteria ci forniscono l’audioguida in italiano che ci illustra, passo per passo, ogni stanza del castello: ben fatta! Interessante la leggenda di Erasmo di Predjama, il Robin Hood sloveno, che visse nel castello nel XV secolo dove si rifugiò dall’assedio dell’imperatore. Riuscì a resistere poco più di un anno. Un giorno infatti, mentre il cavaliere si recò in bagno, un servo infedele segnalò con una torcia ai nemici che potevano attaccare. Massi di pietra vennero catapultati contro la latrina provocando così la morte di Erasmo.
Durante il periodo estivo è possibile visitare anche la grotta sotto il Castello, chiusa al pubblico nei mesi invernali per permettere il letargo dei pipistrelli. Terminata la visita riprendiamo l’autobus che ci riporta a Postumia. Stanchi ma contenti ci dirigiamo al Boutique Hotel di Portorose che abbiamo prenotato con l’opzione B&B per tre notti: scelta azzeccatissima. Camera spaziosa, pulita e soprattutto con vista mare. Ceniamo alla Trattoria del Pescatore che si trova a qualche minuto a piedi dal nostro hotel. Porzioni abbondanti e ottimo pesce. Consiglio gli spaghetti allo scoglio: deliziosi!

Giornata di relax: tra Portorose e Pirano

Dedichiamo il secondo giorno di viaggio alla tintarella e al riposo. Dopo un’abbondante colazione, ci dirigiamo alla piscina dell’hotel dove ci vengono forniti asciugamani, lettini e ombrellone. Decidiamo di pranzare a Pirano, distante soltanto 3 km da Portorose. Parcheggiamo l’auto all’interno di un parcheggio a pagamento e prendiamo il bus navetta gratuito che ci conduce in centro. Fa veramente caldo e non riusciamo a goderci appieno questa graziosa località di mare. Giunti in Piazza Tartini scattiamo qualche foto di rito e ci dirigiamo in Piazza I Maggio dove pranzeremo al ristorante Delfin: fritto misto senza infamia e senza lode. Facciamo una passeggiata sul lungomare e notiamo che non ci sono spiagge attrezzate ma soltanto scogli dove stendere un telo da mare. In lontananza è ben visibile l’Italia. Esausti per il caldo eccessivo decidiamo di ritornare a Portorose per fare un tuffo in acqua e rilassarci al mare. Anche qui la maggior parte delle “spiagge” non è attrezzata: vi potrete stendere sulla banchina, su piccoli pontili o semplicemente sull’erba. Prima di cena ci rechiamo in spiaggia per vedere il tramonto: veramente molto romantico! Ceniamo alla pizzeria Rustika che, leggiamo su TripAdvisor, essere una delle migliori in zona. Assolutamente sconsigliata! Prima di recarci in albergo facciamo una breve passeggiata. Notiamo che Portorose rappresenta una destinazione turistica di rilievo per diversi target di turisti. Qui potrete trovare giovani, famiglie con bambini e anche amanti del gioco: la città infatti ospita alcuni casinò.

Lago di Bled

Alle 9:30 ci mettiamo in viaggio per raggiungere il lago di Bled che dista all’incirca 170 km da Portorose. Nella guida turistica leggo che è uno dei laghi più belli della Slovenia e che merita di essere visitato. Dopo quasi due ore di macchina arriviamo a destinazione, non prima di aver fatto una coda di 4 km per raggiungere il parcheggio libero più vicino. E’ agosto e per di più è domenica: il lago è invaso dai turisti e il tempo non è nemmeno dei migliori. Mi ero creata un’immagine mentale completamente diversa da quello che avevo di fronte a me. Il lago è affascinante ma non tanto da farci rimanere a bocca aperta. Decidiamo di percorre a piedi un tratto del sentiero che circonda il lago (lunghezza totale 6 km). Sono molte le persone che noleggiano una piccola imbarcazione o che salgono a bordo delle “Pletne”, barche tradizionali fabbricate da costruttori locali e note solamente a Bled, che permettono di raggiungere l’isola centrale o di navigare il lago. Tentiamo anche noi di noleggiare una piccola barca a remi ma la lista d’attesa è talmente lunga che avremmo dovuto prenotarla il giorno prima per poterne usufruire. Peccato, sarebbe stato molto bello raggiungere l’isola che ospita la chiesa gotica di S. Maria Assunta. Giunti all’incirca a metà del lago c’è un pontile dove ragazzi e adulti si tuffano per fare un bagno. Un po’ sconfortati torniamo indietro e ci fermiamo a pranzare all’Ostarija Babji zob dove mangiamo due primi e la Bled cake (Kremna Rezina): una vera bomba calorica! Due strati di pasta sfoglia racchiudono un ripieno a base di crema pasticcera sormontata da panna montata. Il tutto cosparso da zucchero a velo. Avevo messo in programma anche la visita al Castello di Bled e alla gola del Vintgar ma alla fine abbiamo optato per il ritorno a Portorose: avremmo altre occasioni per vedere questa regione della Slovenia e le meraviglie che ospita. Arrivati in hotel facciamo un tuffo in piscina e poi ceniamo al ristorante Porto Konoba dove sia servizio che cibo sono ottimi!
La nostra esperienza slovena termina qua. E’ stata una vacanza breve ma intensa. Sicuramente torneremo per visitare altre zone di questa stupenda destinazione turistica.

Trieste: alla scoperta dei musei scientifici

E’ il giorno della partenza. Lungo la strada del ritorno decidiamo di fermarci a Trieste, che dista solo 20 minuti da Portorose. Dedichiamo la mattinata alla scoperta del Civico Orto Botanico: veramente molto carino e ben curato, diviso in diverse aree tematiche ognuna descritta in maniera esaustiva. Consultando le brochure forniteci dal personale dell’Orto, veniamo a conoscenza della presenza di numerosi musei scientifici che decidiamo di visitare. Prima di pranzare ci rechiamo all’Aquario Marino della città di Trieste. “L’Aquario” propriamente detto si sviluppa al piano terra dove sono presenti una trentina di vasche di diverse dimensioni. Al primo piano invece è presente il Vivarium, dove vi sono numerose specie di anfibi, rettili con particolare riguardo alla fauna del Friuli Venezia Giulia. Pranziamo alla Trattoria Alla Vecia Pescheria con due buonissimi risotti ai frutti di mare. Sazi e felici, ci dirigiamo in macchina al Museo di Storia Naturale e ci restiamo per ben due ore! Davvero interessante poiché ospita al suo interno tre pezzi unici al mondo: lo squalo Carlotta, il più grande squalo bianco al mondo conservato in un museo, il dinosauro Antonio, il più completo in Europa e l’unico della sua specie nel mondo, e la mandibola di Lonche, primo esempio di otturazione dentale della storia dell’uomo. Inoltre lungo il percorso troverete collezioni di botanica, zoologia, mineralogia, geologia e paleontologia.
Si è fatto tardi, il museo sta per chiudere. Ci avviamo verso la macchina e purtroppo è ora di tornare a casa. Il nostro non è un addio a Trieste ma un arrivederci!

Peio: una perla nella Val di Sole

Sono trascorsi già quattro anni dalla mia prima volta sugli sci…e come si sa la prima volta non si scorda mai.

Ho imparato a sciare che avevo già 20 anni. Vedevo bambini piccolissimi sfrecciare affianco a me mentre io, un po’ impaurita e imbranata, scendevo per la pista con la velocità di una lumaca. Eppure, alla fine, ce l’ho fatta anche io!

La stagione invernale è alla porte, la prima neve è già caduta in molte località montane, dunque è ora di prepararsi.

Ma quale destinazione scegliere? Beh dipende dalle vostre esigenze. Io oggi vi parlerò di Peio, una piccola città immersa nella Val di Sole, in Trentino-Alto Adige. É qui che per la prima volta ho messo gli sci ai piedi, ed è qui che ho preso la mia prima seggiovia (e senza problemi pur soffrendo di vertigini). Ma quali sono le sue caratteristiche principali?

1.SKIAREA. 20 km di piste, con diversi livelli di difficoltà, si estendono all’interno del Parco dello Stelvio. Da Peio Fonti parte la funivia che vi condurrà fino al rifugio Scoiattolo e alla scuola di sci, a circa 2000 metri di altitudine. Da qui potete raggiungere la funivia Peio 3000, inaugurata nel 2011, che in pochi minuti vi condurrà a circa 3000 metri: credetemi lo spettacolo è mozzafiato. Capita spesso di vedere qua e là qualche gruppo di stambecchi e camosci. Arrivati in cima avrete la possibilità di sciare lungo la pista Val della Mite per circa 8 km raggiungendo addirittura Peio Fonti. Lungo il percorso la pendenza della pista cambia più volte come ovviamente lo scenario che vi circonda. Oltre alle piste appena elencate ce ne sono altre facilmente raggiungibili con l’ausilio di diverse seggiovie. Inoltre dal 2017 è stata inaugurata la FUNSLOPE, una sorta di parco giochi lungo 450 metri dedicato ai riders. Si trova sulla pista Beverina ed è raggiungibile con la seggiovia a quattro posti Saroden. Le strutture presenti sono:

  • Rainbow butter box di 3 metri
  • Banana butter box di 3 metri
  • Softbow butter box di 3 metri
  • Jib cupola di 2 metri di diametro
  • Pianobooster
  • Sound Slopy

Oltre al rifugio Scoiattolo troverete sulle piste anche il rifugio Doss dei Cembri dove spesso io e il mio ragazzo ci siamo fermati a pranzare.
Vi ricordo che per raggiungere gli impianti di risalita potete usufruire di un bus navetta gratuito e che con l’acquisto del Superskirama potrete sciare in diverse località del trentino tra le quali Pejo.

Per ulteriori informazioni → Skipass Pejo

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2.ENOGASTRONOMIA. Il mio amore per il Trentino-Alto Adige nasce tanti anni fa. Avevo circa 6 o 7 anni quando vi andai per la prima volta. Ho cominciato ad apprezzare piano piano una cultura culinaria differente dalla mia ma altrettanto buona. Se da piccola ero un’amante del dolce (come si fa a non amare lo strudel?!), adesso non posso che apprezzare anche il salato: dai formaggi, ai salumi, fino alla tipica pasta fatta a mano. A Peio ho assaggiato per la prima volta gli spatzle, tipici gnocchi tirolesi, con speck e panna, difficili da pronunciare ma buonissimi da mangiare! La tradizione vuole che ogni volta che arriviamo in paese ci fermiamo a pranzare al Ristorante Cantuccio del gusto a Peio Fonti: una delizia per il palato. Antipasto con formaggi e salumi, primo di spatzle o canederli ed eccoci subito immersi nell’atmosfera trentina.
Posso giurarvi che non c’è niente di meglio al mondo che la merenda alla Pasticceria della Nonna dopo una lunga sciata. Te, pasticcini, torte..solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca. Una vera prelibatezza per il palato! Qui potrete assaggiare la torta di Pejo fatta con farina, burro, uova, mandorle e uvetta. Ogni anno compriamo chili di biscotti con gocce al cioccolato come souvenirs della nostra vacanza perchè sono una vera bontà!
Informazioni per i più giovani: a Peio Fonti si trova anche un piccolo pub dove bere una buona birra e trascorrere una tranquilla e piacevole serata. Inoltre a Cogolo troverete un birrificio artigianale dove è possibile acquistare cinque particolari tipologie di birre, con diverse gradazioni alcoliche. Fateci un salto perchè ne vale la pena (Birra Pejo).

3.PEIO TERME. La montagna non è solo sport e buon cibo ma anche cura e benessere del corpo. Dopo una lunga sciata non c’è niente di meglio che un tuffo nelle terme. È a partire dall’800 infatti che Peio diviene una importante località termale, grazie alle caratteristiche depurative e disintossicanti delle sue acque sulfuree. Oltre all’area benessere, troverete all’interno delle terme ogni tipo di cura termale. Vi consiglio la balneoterapia che consiste nella immersione del corpo in acqua termale. I sali minerali ed i gas, presenti in alta concentrazione, offrono un vero sollievo contro i dolori di origine articolare e muscolare. Durante l’immersione le bollicine di anidride carbonica aderiscono alla pelle e svolgono un delicato e continuo micromassaggio: la sensazione generale è di piacere e rilassatezza: un vero toccasana dopo una lunga sciata.
All’interno delle terme avrete anche l’occasione di assaggiare l’acqua di Peio dal sapore ferruginoso.

Per ulteriori informazioni →Terme di Peio

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4.COSA VEDERE A PEIO. Se non c’è troppa neve potrete avventurarvi anche voi alla scoperta del Lago di Pian Palù, un bacino artificiale non troppo distante da Peio Fonti. Potrete raggiungere con la macchina la località Fontanino di Celestino e lì imboccare il sentiero CAI 110. Si arriva al lago in circa 30 minuti, affrontando una salita non troppo semplice (poco adatta per chi non è abituato a camminare in montagna). Ma credetemi la fatica ne vale la pena: il lago è veramente bellissimo e la diga maestosa. Noi purtroppo non avevamo tempo per percorrerlo tutto a piedi ma se ne avremmo l’occasione sicuramente ci torneremo. A metà dicembre il lago era in parte ghiacciato e il profondo silenzio che ci circondava creava una situazione a dir poco magica. Una vera chicca in tutte le stagioni dell’anno.
Altro luogo interessante da visitare è sicuramente Peio Paese, chiamato così per distinguerlo da Peio Fonti. Esso rappresenta il cuore residenziale della città, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui è presente un museo dedicato alla grande guerra che preserva oggetti, documenti e fotografie legati alle vicende della Prima guerra mondiale nella valli di Sole e Pejo. Purtroppo non abbiamo ancora avuto l’occasione di visitarlo. Motivo in più per ritornarci!

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5. COSA VEDERE NELLE VICINANZE. Dopo una bella sciata, prima di cena, utilizzate il vostro tempo per visitare i dintorni di Peio. Io e il mio compagno ogni anno ne approfittiamo per visitare una nuova città. Tra queste non può mancare Madonna di Campiglio che a ridosso del Natale si riempie di luci e di piccoli stand enogastronomici. La si raggiunge in circa 50 minuti di macchina, percorrendo una strada piena di tornati. Le vie del centro sono stracolme di boutique, le persone che ammirano le vetrine sono vestite a festa, ostentando opulenza. Noi, invece, siamo solo due piccoli curiosi che mischiati nella folla visitano una città che sembra una versione montana della nostra Riccione.

Vi ho un po’ incuriositi? Non passereste anche voi qualche giorno in questa piccola ma graziosa città?

 

Per maggiore informazioni consultate il sito →Val di Sole